Cataloghi, la tradizione.
Normalmente la produzione di pubblicazioni cartacee viene fatta in tipografia, da studi, agenzie, o direttamente all’interno delle aziende.
Dai primi anni ’90 è iniziata la rivoluzione dell’editoria elettronica, tramite software che hanno completamente sostituito il sistema tradizionale di realizzazione dei documenti, ora creati direttamente al computer.
Dal 1999 nell’editoria ha fatto il suo ingresso un software di nuova concezione, un impaginatore grafico che ha soppiantato tutti gli altri esistenti in precedenza, #Adobe #InDesign.
Su questo software, al centro di un flusso di lavoro complesso baseremo l’intera trattazione, in quanto è il software più utilizzato ed in pratica l’unico che permette di gestire contemporaneamente più media, dalla carta, appunto, alla distribuzione digitale.
Il processo classico di produzione è ancora valido. ma la distribuzione cartacea ha sempre avuto tanti limiti, tra cui il primo immutato nel tempo, è che lo stampato deve essere fisicamente nelle mani di chi lo deve guardare.
Non va dimenticato, tuttavia, che la carta ha innumerevoli vantaggi e che non potrà mai essere abbandonata del tutto ma, tra le varie cose, risulta difficile da distribuire e da aggiornare.
Processo classico:
Il primo nodo su cui in genere si interviene per introdurre risparmi nel processo, è la parte di stampa riducendo il numero di copie, oppure il numero di ristampe annuali, anche se probabilmente sarebbero necessari più aggiornamenti.
E questo è già un primo punto importante, perché realizzare gratuitamente gli aggiornamenti è possibile distribuendo i cataloghi o il materiale pubblicato su dispositivi elettronici.
Ma il processo che porta alla stampa di un qualsiasi materiale è un flusso, e come in tutti i flussi, agire solo alla fine è uno spreco di energie e di risorse.
Quando in un flusso è necessario apportare dei miglioramenti, occorre iniziare a fare le valutazioni dal primo passo, e decidere poi quali sono gli interventi più remunerativi in termini di vantaggi pratici, siano essi di tempo o di costi.
Parlando di un catalogo, l’aspetto più oneroso da affrontare e con il margine di errore più elevato, è la raccolta dati iniziale seguita dalla composizione del documento InDesign.
In pochi passi è possibile schematizzare il flusso e apportare miglioramenti, se necessari, fino alla diffusione delle pubblicazioni.
L’inizio è certamente la composizione grafica, a cui tutti siamo abituati.
Realizzare un documento grafico non è difficile, è il lavoro che gli operatori fanno tutti i giorni e con InDesign non ci sono limiti, è possibile fare davvero quello che si desidera.
È importante focalizzarci però sul tipo di documento da realizzare.
Spesso le pubblicazioni che ci troviamo a dover creare sono le classiche di traino al prodotto come il catalogo, la scheda tecnica ed il manuale.
Il catalogo di norma contiene molti prodotti, le schede sono numerose, ed il manuale condivide informazioni con altri prodotti. Tutti questi documenti hanno delle ripetitività importanti.
È possibile annoiarsi e digitare tutto a mano, duplicando ogni volta la pagina, come probabilmente è sempre stato fatto ed inserire o variare i dati manualmente, ma sarebbe opportuno invece ricorrere a metodi certamente più proficui, come ad esempio sistemi di impaginazione automatica, o Impaginazione di Dati Variabili, in inglese VDP, Variable Data Publishing che possono essere integrati con la pubblicazione digitale del catalogo.
Il flusso di lavoro ottimale è infatti:
raccolta dei dati -> impaginazione automatica -> pubblicazione del catalogo digitale fruibile su tutti i dispositivi mobili
Inoltre se realizziamo il documento con #InDesign nessuno ci vieta di stamparne anche una copia cartacea, ma di questo parleremo nel prossimo appuntamento.
Se vuoi approfondire l’argomento scrivi a [email protected] saremo felici di chiarire tutti i tuoi dubbi!
A presto.